Lunghissimo l'elenco dei locali, spesso rinomati e ubicati nei luoghi più in della Città Eterna, sequestrati e poi riassegnati e chiusi e riaperti più volte, gestiti dalle organizzazioni criminali che hanno invaso e conquistato Roma, investendo gli enormi capitali che la Piazza di spaccio più grande d'Europa garantisce a chi controlla il mercato della droga.
L'Osservatorio sulla Legalità della Camera di Commercio di Roma ha redatto una interessante analisi sulle dinamiche di migliaia di attività commeciali evidenziando che nel periodo del Covid, quando la crisi era giunta a livelli altissimi, il numero delle operazioni di cambi societari, assetti di governance e acquisti è salito vertiginosamente.
Fra il febbraio 2012 e marzo 2022 il numero di soci nelle aziende proprietarie di locali a Roma è aumentato del 32%.
E nello stesso periodo sono aumentate del 24,2% le attività nel campo della ristorazione.
Cifre da far accapponare la pelle e che generano grandi dubbi.
Lo stesso Procuratore capo di Napoli, dott. Nicola Gratteri, esperto di 'ndrangheta per i suoi tantissimi anni trascorsi a Catanzaro, ha più volte affermato che nel periodo del Covid le mafie e soprattutto la 'ndrangheta hanno investito ingentissimi capitali nella Capitale.
Dott. Nicola Gratteri, Procuratore Capo di Napoli
La crescita esponenziale di investimenti tendenti al riciclaggio soprattutto in attività di ristorazione e attività alberghiere è confermato anche dal giudice Guglielmo Muntoni, l’ex-presidente della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, che oggi coordina l’Osservatorio sulla legalità della Camera di Commercio.
"Le possibilità sono due, o gruppi che avevano denaro da parte e hanno deciso di investire; o più probabilmente - ha affermato Guglielmo Muntoni - gruppi non legali che avevano ancora maggiore disponibilità finanziarie e sono entrati nel mercato".
Anche per Angelo Oliva, amministratore giudiziario di beni confiscati alle famiglie di 'ndrangheta, "circa l’80% dei locali in città possono essere controllati da organizzazioni criminali di vario genere.
All’interno di questi locali troviamo la cultura dell’illegalità: contributi non versati, tasse non pagate e una serie di criticità che non pensano minimamente di risolvere".
La 'ndrangheta è sicuramente la più potente e la più radicata ma certamente non è la sola.
Tante le mafie emergenti come quella albanese e quella cinese.
A conermare la grande crescita di imprenditori e albanesi i dati analizzati dall'Osservatorio sulla Legalità della Camera di Commercio.
Dalle visure camerali risulta che i locali più famosi di Piazza Navona, di Campo dei Fiori e di altri luoghi centralissimi sono gestiti da imprenditori di etnia albanese.
Una nuova geografia criminale che potrebbe nel tempo creare attriti con le mafie italiane.
Nelle periferie romane si spara per il controllo dello spaccio. Nei luoghi della movida e del grande flusso turistico del centro storico sembra essere tutto molto più tranquillo.
Per Guglielmo Muntoni la prova che "sussiste un accordo fra tutte le mafie operanti sulla città, anche perché qui la torta è enorme. Basta spartire senza creare problemi".
Intanto la Mafia imprenditrice nel tempo ha sostituito l'imprenditoria sana e corretta.
Quello che il sociologo e studioso di mafia, Prof. Pino Arlacchi, aveva previsto nel suo testo "La Mafia Imprenditrice" edito da "Il Mulino" nel lontanissimo 1983, cioè 40 anni fa.
E come disse Tommaso Buscetta, il boss dei Due Mondi e il primo vero pentito della mafia siciliana, "La mafia ha vinto, ha conquistato l'economia in un mondo capitalistico dove ciò che conta davvero è solo il denaro".
Redazione