I mitici Rayban a goccia, i dischi di De André, Dalla, David Bowie, Billy Joel e i dei Doors, i testi di Samuel Becket e di Kerouac. E poi la lettera 32 con cui scriveva i testi, il cappello indossato a Sanremo nel 1978, regalo di Renato Zero, e il leggendario accappatoio con cui è salito sul palco del Festivalbar.
Eccolo Salvatore Antonio Gaetano, al secolo Rino, nato a Crotone il 29 ottobre del 1950 e residente a Roma. Autore dei testi più cantati, amati e ballati da generazioni passate e presenti, artista ironico, a tratti sarcastico, leggero solo al primo sguardo.
Per lui finalmente una grande mostra, la prima, allestita nel cuore di Roma, da domani al 28 aprile al Museo di Roma in Trastevere, rione che Rino Gaetano ha frequentato e amato dai tempi del Folkstudio.
Una delle sale della mostra per Rino Gaetano
“Non era mai stata fatta una mostra completa su questo grande artista, con gli eredi abbiamo trovato la chimica per portare a buon fine questa impresa”, ha detto oggi Alessandro Nicosia che ha curato insieme ad Alessandro Gaetano, il nipote di Rino, l’esposizione promossa da Roma Capitale e organizzata da Cor insieme a Zetema.
GOTOR: “RINO GAETANO È VIVO”
In esposizione una quantità mai messa insieme di materiali di ogni tipo appartenuti a Rino Gaetano e messi a disposizione dalla sorella Laura, presente oggi insieme al nipote.
Oltre ai dischi, ne possedeva più di mille, gli strumenti musicali e gli abiti di scena, la mostra è arricchita da foto, anche quelle dell’infanzia, video delle esibizioni e dei tributi, manifesti e tantissimi testi originali.
Mostra in memoria del grande artista nato in Calabria, Rino Gaetano
“Rino Gaetano senza se e senza ma, perché la sua musica e la sua persona hanno accompagnato l’Italia e la Roma degli anni Settanta. Questa mostra vuole raccontare l’uomo, il padre, il marito, il musicista e il cantautore perché siamo consapevoli della sua importanza e dell’attualità delle sue musiche e delle sue note. Rino Gaetano è vivo”, ha detto l’assessore capitolino alla Cultura, Miguel Gotor.
CAMMARIERE, FERRERI E COCCIANTE ALL’INAUGURAZIONE DELLA MOSTRA
A Trastevere anche Sergio Cammariere, Giusi Ferreri e Riccardo Cocciante che hanno voluto rendere omaggio a Gaetano, presente nelle loro vite artistiche e private in modi diversi.
“Dopo la sua morte ho scoperto che mio nonno paterno era il padre di Maria Gaetano, la mamma di Rino. E quindi siamo cugini”, ha raccontato Cammariere. “A casa si è sempre parlato tanto di Rino Gaetano.
Credo sia un grandissimo pilastro della musica italiana ed è giusto che rimanga una grandissima memoria“, ha aggiunto Giusi Ferreri, mentre Cocciante, che con Gaetano ha avuto un solidissimo sodalizio artistico, lo ha definito “un artista che non sceglie quello che fa, ma è scelto per farlo e certe volte subisce questo ruolo che deve assumere.
Allestimenti Mostra dedicata a Rino Gaetano
Rino era così. Doveva fare quello che faceva, aveva questo bisogno di scrivere e cantare. C’era qualcosa che ci univa, questa difficoltà di vivere. Era un po’ timido- ha detto- ma sul palco si cambia. E lui cambiava”.
Da Gianna, che per la prima volta portò sul palco di Sanremo la parola ‘sesso’, a Il cielo è sempre più blu, fino a Mio fratello è figlio unico, nelle sale del Museo di Roma in Trastevere i suoi capolavori accompagnano questo viaggio nella vita e nell’opera di Rino Gaetano, azzerando questi quasi 43 anni passati dall’incidente sulla Nomentana, che gli fu fatale.
E sì, “Rino Gaetano è vivo”.
Articolo di Nicoletta di Placido