Il 7 maggio presso lo Spazio Espanso di Palazzo Capizucchi nella centralissima Piazza Campitelli verrà inaugurata " Artificialis", mostra collettiva voluta, curata e prodotta da EPVS, Bankeri, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella.
Mostra collettiva che trasforma l’ex biblioteca dello storico palazzo in una grande Camera delle Meraviglie ( l'ambiente di una residenza destinato a raccogliere esemplari rari o bizzari di storia naturale o artefatti ).
La mostra collettiva chiuderà il 24 maggio.
I grandi spazi di Palazzo Capizucchi, si popolano di elementi fantastici.
Ognuno dei cinque artisti con due opere, realizzate appositamente per la mostra, sviluppa una propria idea spesso visionaria del concetto di "Artificialis "
Inoltre il testo critico della mostra collettiva è stato affidato al noto Mecenate, Roberto Bilotti, del quale pubblichiamo una sua nota sull'atteso evento artistico:
"Le volte a padiglione, intersezione di semicilindri di rotazione, dal virtuosismo di Giacomo Della Porta, che esprimono insieme le anime dello scultore e dell'architetto, sono nate dai poliedrici processi tecnico-operativi e dagli insegnamenti michelangioleschi basati sull'indagine della natura tesa alla bellezza ideale.
Questa viene qui rievocata e indagata da cinque artisti che basano la loro ricerca sulla natura vegetale, animale e sull'uomo e i suoi artifici.
L'interazione natura-artificio nel tempo è stata variamente interpretata. La cultura umanistico-rinascimentale, alla quale si riferisce palazzo Capizucchi, l'ha idealizzata offrendo dapprima una visione umanizzata poi razionale e sottolineando la maestria del fare per cui il modello naturale può essere superato dalla bellezza dell'opera d'arte.
Il palazzo diviene palcoscenico della metamorfosi natura-artificio, aggregazione di singoli processi di percezione visiva volti al coinvolgimento emotivo del pubblico.
Lo studio della natura come riferimento ideale di bellezza è nella vasta sintesi che caratterizza tutta la scenografia di piazza Campitelli, con opere monumentali di ritmata chiarezza. Ne deriva un riscoperto punto unico di fuga nell'effetto prospettico dell'ortogonalità delle gallerie d'ingresso dei palazzi attigui.
Progettazione urbanistica unitaria non solo concettuale ma fisica nell'acqua versata dal dispositivo della fontana dell'Acqua Felice proveniente dalla sorgente esquilina.
L'elemento unificante è l'interesse per la natura, aspetto ideale e sostanziale nella compiutezza dell'ideazione e progettazione, analisi e sperimentazione che mettono in gioco il rapporto tra l'uomo e il mondo.
La natura, l'uomo e i suoi artifici sono alla base comune delle elaborazioni avanzate nella ricerca di una verità che viene esaltata dalla resa tecnica e cromatica. Espressioni visive tridimensionali nate dall'assemblaggio di elementi naturali - rami, foglie, terra, insetti, ossa - i cui significati vengono ricodificati nel rapporto tra loro e con lo spazio con il quale confrontarsi e integrarsi.
La storicità del palazzo, con le sue commistioni e contaminazioni che continuano a trasmettere le essenze del passato, è prestata all'arte attuale per rigenerare i luoghi. Nuova visione, nuovi scenari interattivi per un museo improprio che sollecita la percezione di palace art.
Il mecenate Roberto Bilotti Ruggi d'Aragona
Articolazione, proporzione, monumentalità, equilibrio e stabilità classica di Spazio Espanso trasformati da materiali deliberatamente poveri o quotidiani che gli conferiscono transitoria nuova identità. Una eterogeneità dovuta alla natura concettuale e astratta dove la relazione col contesto architettonico è strutturale.
Dal 7 maggio installazioni animate da vitalismo affermano la concezione spazio e tempo come durata di dimensione della coscienza.
La mobilità interiore è sintesi dell'interconnessione tra arte e spazialità in cui l'ambiente diviene parte integrante.
Sculture d’ambiente, aggregazioni, dipinti, convergono simultaneamente tra il dinamismo umano e ciò che lo circonda, trasfigurazione della realtà, sensazione visiva di compenetrazione dei luoghi che, partendo da una molteplicità di elementi raccolti, di percorsi autonomi, di visioni soggettive, di diversi linguaggi, giungono a una conclusione unitaria e a un'esposizione spaziotemporale essenziale, percettiva del lavoro di Bankeri, EPVS, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella.
Bankeri It makes me wonder. Poliedrico sperimentatore di tecniche e supporti differenti. Muri, tele, stampe fotografiche, su cui scomporre e ricomporre elementi del quotidiano, frammenti di un immaginario primordiale.
Trasposizione di elaborati collage di vegetazione rosa fluorescenti e materiale osseo, installati su cumuli di terriccio. La sala diviene immersione naturalistica, ambiente totalizzante della natura in cui diversi elementi si incontrano e si uniscono come in un gioco. Ossa che diventano fiori vivendo l’ossimoro della loro materia sospesa tra vitalità e immortalità.
L’insieme degli elementi, reso dalla continuità tra parete e suolo, dà vita ad un ambiente fantastico, al limite con l’onirico, che restituisce una visione olistica immaginifica della natura. In questa rappresentazione della natura diverse specie di animali, reali e non, convivono, dialogano e rivelano, attraverso l’intervento artistico, tratti nascosti e surreali.
Il cambio di proporzioni subito dalle immagini, da principio piccole e ora di dimensioni più ampie, permette una fruizione immediata e collettiva di strumenti originariamente utilizzati per l’osservazione individuale. Le tavole illustrative originali, allora, prendono vita grazie al contributo del pubblico che non le sfoglia o consulta, piuttosto le abita in modo immersivo.
La scenografia dedicata al mondo animale, reale e immaginario, ricopre intere pareti; la commistione tra tecniche e linguaggi, tra modi della tradizione e innovazione tecnologica offrono nella versatilità la chiave della sua ricerca.
EPVS Jungle and flowers la metamorfosi attuata dall'uomo prevarica le leggi della natura.
L'elaborazione plastica esprime la giungla animata da insetti mutati a fianco di soffici cuscini schiacciati da pesanti barre di ferro. Fotografia, metallo, oggetti plastici e polimaterici multicolori interpretano la natura e i profili ecologici. Elementi con i quali viene comunicato il proprio mondo interiore emozionale e concettuale nella percezione di ciò che ci circonda, esternando con modalità ludiche il messaggio di responsabilizzazione.
Installazioni interattive divengono racconti che prendono la scena, invadono lo spazio coinvolgendo i visitatori in forma diretta. Questa installazione specifica, meno interattiva, che induce la riflessione che negli ultimi tempi con i sonori di Sebastian Vimercati amplifica la parte sensoriale immersiva e dà corpo al concetto che alla base dei progetti condivisi.
Veronica Montanino, N.C. non classificati il supporto del lavoro si estende allo spazio e a ciò che contiene - mobili, soffitto, pareti, porte - una fusione globale, interconnessione tra l'opera e la sua spazialità, fusione tra esteriore e interiore. Il lavoro penetra lo spazio, lo incarna. "Pezzi di natura", rami, radici, licheni, funghi, insetti, resi artificiali da colle, plastiche, colori industriali, mescolati ad oggetti d’uso quotidiano artigianali e seriali.
Più libri assemblati in un corpo unico, simboleggiano il sapere, si aprono con continuità in un ventaglio a 360 gradi aggiungendo altri valori simbolici, sociali, politici e di messaggi cifrati. La grande libreria rivive con altri elementi tridimensionali che ne occupano gli spartiti, cassetti di antichi mobili a caratteri tipografico costituiscono la stratificazione, la proiezione di immagini sovrapposte in dissolvenza. Ricorre il dualismo tra naturale/artificio, natura/cultura, installazione/proiezione, antico/contemporaneo.
Innocenzo Odescalchi Stati di natura uomo, animale e macchina interagiscono disordinatamente, in un artificio continuo che trascende verso una essenza magica. Umani che perdono la connessione con l'ambiente e i suoi cicli vitali con il rischio dell'implosione. Il lavoro è una "finestra" sul
rapporto tra la realtà che non è prodotta dall'uomo e tutto ciò che egli trasforma. Sulla crescente difficoltà visiva di distinguere il naturale dall'artificiale, del trasformato, del geneticamente modificato dalle biotecnologie genera confusione identitaria "Bisogna avere un caos, per ordinarlo e poi permettergli di rompersi di nuovo in mille pezzi" come scriveva Nietzsche.
Silvia Scaringella Metamorfosi dell'umano che incessantemente si trasforma e trasforma ciò che lo circonda.
Progetti architettonici abitativi, infrastrutturali, ambientali, fanno rivivere visioni, calcoli e annotazioni del passato a cui, cuciti, si sovrappongono alberi quali affermazione della natura. La metamorfosi vegetale ha inizio con il seme che in sequenza si schiude, germoglia e cresce realizzati in marmo dal suolo in carbone.
Sette vasi trasparenti rivelano lo sviluppo costretto dalla strategia della produzione, la manipolazione delle entità e attività del modo naturale, l'interazione delle specie viventi, il clima e le risorse naturali del ciclo della vita.
Unità ecologiche universali e fenomeni fisici privi di confini - aria, acqua, clima, energia, radiazioni, magnetismo - che fino ad ora hanno permesso l'esistenza della vita.
Alla natura erano attribuite caratteristiche esoteriche, mitiche, rituali qui rappresentate attraverso modelli sequenziali. L'azione umana indica l'artificio non sempre migliorativo da cui sono derivati i primi allarmi divenuti poi consapevolezza critica e necessità di porsi nei confronti della natura in termini olistici".
( a cura del Mecenate Roberto Bilotti)
Artificialis
mostra collettiva di EPVS, Bankeri, Veronica Montanino, Innocenzo Odescalchi, Silvia Scaringella
Palazzo Capizucchi, Piazza Campitelli 3, Roma
Fino al 24 maggio. Martedì – Venerdì | 16.00 – 19.00