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Una notizia che ha scosso il mondo come un fulmine a ciel sereno: Papa Francesco è morto improvvisamente nel suo appartamento di Casa Santa Marta. 


Nessun allarme, nessun annuncio premonitore. 

Se n’è andato così come ha vissuto, con discrezione, senza clamori, lasciando dietro di sé un silenzio che fa semplicemente rumore.

Jorge Mario Bergoglio, primo Papa venuto “dalla fine del mondo”, ha lasciato questo mondo nello stesso modo in cui lo aveva affrontato da Pontefice: con coraggio, semplicità e umanità. 
Francesco è stato molto più di un Papa. 

È stato, un uomo capace di stare tra la gente senza perdere il proprio ruolo, e anzi rafforzandolo proprio grazie alla vicinanza con il popolo.

Un uomo dai gesti rivoluzionari e dalle parole disarmanti, che ha saputo destabilizzare le rigide impalcature della Curia romana con un solo sguardo, con una frase a braccio, con una carezza data nel momento giusto. 

Era il Papa dei poveri, il Papa delle periferie, ma anche il Papa che ha sfidato il potere interno della Chiesa, spesso camminando da solo.

Francesco non era un Papa come gli altri. 

E, forse, non voleva nemmeno esserlo. 

Alcuni lo chiamavano “il Papa solitario”, non perché fosse isolato, ma perché tante delle sue scelte sembravano venire solo da lui, senza compromessi e senza mediazioni. 

Un papa deciso, radicale, persino testardo, a volte. Ma sempre autentico.

Si racconta che la sua biblioteca personale fosse più ricca di quella del Vaticano. 

Un uomo colto, appassionato di letteratura e filosofia, con una visione profonda del mondo e del tempo in cui viveva. 

Eppure, proprio questa sua inclinazione a “fare da sé”, a seguire la propria strada, lo ha reso una figura divisiva. 

Amatissimo da milioni di persone, contestato da altrettante. 

Ma ora, mentre le campane di San Pietro suonano a lutto e la Basilica si tinge del grigio del silenzio, una domanda serpeggia nei corridoi vaticani e nei cuori dei fedeli: chi verrà dopo di lui?
Il Conclave si prepara, i cardinali si raccolgono. 

Alcuni auspicano un ritorno alla tradizione, un Pontefice “d’acciaio”, conservatore, pronto a riportare ordine e dottrina. 

Altri sperano in un nuovo Francesco, magari con meno solitudine, ma con lo stesso coraggio. 

Perché Francesco non è stato solo un Papa: è stato il Papa che ha osato.

E fino alla fine ha voluto fare il Papa. Non si è ritirato, non ha delegato. 

Ha proseguito nel suo ruolo, pur sapendo che stava rischiando tutto, anche la vita.

Il suo pontificato non è stato un semplice periodo della storia ecclesiastica: è stato uno spartiacque. 

Ora che Francesco non c’è più, resta un vuoto. Ma anche un’eredità difficile da raccogliere.
Chi sarà in grado di continuare quel cammino?

Nel frattempo, milioni di persone nel mondo piangono un uomo che ha cercato Dio tra le strade e nei volti dei poveri.
Un Papa che ha voluto essere padre, fino alla fine.


Carlo Maria Mazzei

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