Pin It

La redazione de lavoceromana.it ha dedicato al Policlinico Umberto I° un "reportage" nel mese di dicembre 2024 ponendo in risalto la storia, l'importanza e la centralità della struttura sanitaria che è parte integrante della storia stessa della Città Eterna.

Un "reportage" che, ribadendo la sacralità della sanità pubblica e del diritto sacrosanto alla salute che caratterizza una vera democrazia, ha anche tentato di porre in risalto le tante criticità di una struttura che registra circa 20.000 accessi quotidiani.

E a distanza di qualche mese ritorniamo all'Umberto I° con la speranza di poter registrare, se possibile, qualche cambiamento.

La prima pietra per costruire il Policlinico risale al 18 gennaio 1888 alla presenza dei Sovrani d'Italia.

I lavori iniziarono nel 1889 e si conclusero il 1902.

Una grandissima opera, intitolata al Re Umberto I°, a quell'epoca un vero e proprio vanto non solo per i romani ma per l'intero Paese.

Il busto dedicato al Re Umberto I° all'interno del Policlinico

Oggi il Policlinico "Umberto I°", una vera istituzione per i romani, è un policlinico universitario  che ospita la facoltà di "Farmacia e Medicina" e la facoltà di "Medicina e Odontoiatria" dell'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".

Il nosocomio è amministrato dall'Azienda-Ospedaliero Universitaria Policlinico Umberto I° (in acronimo PUI).

E' il più grande Ospedale d'Europa per dimensione ed equivale ad un grande quartiere composto da ben 46 edifici all'interno delle mure umbertine alle quali si aggiungono altre 8 strutture esterne.

Basti solo accennare al fatto che il perimetro del complesso principale supera i due chilometri di lunghezza.

Un Policlinico Universitario ubicato al centro della città vicino alla Stazione Termini e collegato con numerosi mezzi di trasporto pubblico e con la fermata della Metro "B" che porta appositamente il nome "Policlinico".

Con queste doverose premesse, nel primo Reportage evidenziammo come potesse essere "incomprensibile l'idea più volte manifestata dal Governatore Francesco Rocca di trasferire l'Umberto I° in una nuova costruzione da allocare altrove".

"In realtà una struttura densa di storia che ospita ben 4.700 dipendenti meriterebbe - abbiamo scritto a dicembre 2024 - un progetto di complessiva ristrutturazione per coniugare le esigenze di una moderna offerta ed assistenza medica in una sede storica e centralissima".

E, rispetto ad allora possiamo registrare un cambiamento di idea da parte del Governatore Francesco Rocca che alla fine del mese di gennaio 2025 ha annunciato di voler valutare un progetto di ristrutturazione e rimodernamento del Policlinico Umberto I° redatto dall'Università La Sapienza.

E il 12 febbraio si è tenuto il primo incontro alla Regione Lazio con i tecnici per valutare la bozza del progetto di ristrutturazione e ammodernamento.

Un doveroso passo indietro del Governatore Francesco Rocca.

Nel frattempo la situazione generale del Policlinico appare quantomeno confusionaria e spesso priva di logica e di razionalità.

Si mormora di circa 100 cantieri ancora in atto nell'intera struttura con alcuni fermi da tempo e con tutto ciò che ne consegue in termini di organizzazione e di fruibilità dei servizi. 

Nel primo "reportage" abbiamo discusso le tante problematiche del Policlinico "Umberto I°" con Giuseppe Polinari, responsabile della Federazione FGU - Gilda Unams - Dipartimento Sanità, che da anni  lotta da sindacalista "duro e puro" nel denunciare le anomalie e per proporre anche delle eventuali soluzioni a tutela dei lavoratori e degli utenti.

Con grande lungimiranza e quando ancora il Governatore Francesco Rocca annunciava la volontà di voler costruire un nuovo Ospedale  il sindacalista Giuseppe Polinari auspicava e proponeva un lavoro di ristrutturazione e rimodernamento dell'esistente.

"Adesso si discute di spendere un miliardo di euro per un fantomatico spostamento del Policlinico a Pietralata, - sosteneva Giuseppe Polinari a dicembre 2024 - quando si potrebbe costruire un monoblocco partendo da Otorino fino all'ex Urologia, e un secondo monoblocco dal I al IV padiglione, edifici non coperti da vincoli di soprintendenza, e ridare nuova linfa al Policlinico.

Si possono svuotare tutti i padiglioni (come già fatto per VIII-VII) e farci dentro in ogni piano per 3 piani, 16 posti letto.

In totale, con gli standard di 9 mq/posto letto e bagno interno con il  20% delle camere a 1 letto resterebbero nel Policlinico circa 800 posti-letto".

"Una ristrutturazione - affermava allora Giuseppe Polinari - con due monoblocchi avendo un monoblocco di 350 posti letto nel terreno allo SDO accanto alla fermata metro Quintilani, con terreno del Comune acquistato dall'Università e progetto del Dipartimento di Architettura  a firma del prof. Panella per uno studentato con 400 posti (in costruzione e quasi ultimato), dipartimento biotecnologie medico farmaceutiche (10.000 mq: aule e laboratori) e ospedale di 300-350 posti letto.  

Un progetto presentato più volte che non ha avuto però finora alcuna fortuna".

Una dimostrazione, senza alcuna possibilità di smentita, di quanto era ragionevole e fondata la proposta del sindacalista Giuseppe Polinari.

Intanto permangono irrisolte tante problematiche denunciate e documentate più volte da mass - media anche nazionali come gli ipogei ( le gallerie sotterranee che collegano tutti i padiglioni) per i quali vennero spesi milioni di euro negli anni passati e che  ospitano anche tac, risonanze, laboratori, oltre al passaggio dei pazienti in lettiga, che presentano trasudazioni di umidità e carenze di vario genere.

Alcuni giardini all'interno del Policlinico si presentano abbandonati e spesso anche caratterizzati da ricettacoli di rifiuti.

Altre strutture che sembrano ad una prima visione abbandonate a se stesse che sono in condizioni disastrose.

Palazzi moderni inseriti in contesti di strutture antiche lasciate a metà e non completate.

Una struttura rimasta incompleta

Cassonetti di rifiuti stracolmi e maleodoranti, depositi di materiale edilizio abbandonato.

Rifiuti abbandonati

Cassonetti di rifiuti stracolmi

 

Ma anche nel settore dell'accoglienza verso i cittadini - utenti si potrebbe fare molto di più.

Nel reparto oncologico, dove, purtroppo si assiste ad un continuo incremento di utenti, considerando la crescita esponenziale delle nuove diagnosi di neoplasie tumorali, si assiste ad utenti costretti a sostare nei corridoi per il fatto che le panchine per sedersi sono sempre insufficienti.

Inoltre "non vi è neanche un moderno video - numeratore per Oncologia A e Oncologia B che avverta il paziente - afferma il sindacalista Giuseppe Polinari - quando arriva il proprio turno e si assiste ancora alla chiamata a voce da parte delle infermiere, come ai tempi andati".

Inoltre, per quel che riguarda il reparto oncologico è triste dover constatare che ancora oggi in un reparto così delicato ed importante come quello oncologico non vi è a disposizione dei sanitari, che con immenso sacrificio cercano in tutti i modi possibili di dare il meglio di se stessi, una cartella clinica automatizzata e si procede ancora oggi  con le cartelle cliniche cartacee.

E sull'argomento interviene  il responsabile della Federazione FGU - Gilda Unams - Dipartimento Sanità / Università, Giuseppe Polinari, affermando che "addirittura  sembrerebbe che circa il 30% delle cartelle cliniche dei malati oncologici curati e seguiti dal reparto siano ancora imballate in delle scatole di cartone e quindi non disponibili per il personale sanitario in seguito al trasferimento delle stesse dal reparto del Policlinico di Radiologia all'attiguo Istituto "George Eastman" .

Situazione che il sindacalista Giuseppe Polinari aveva già evidenziato in altre occasioni e sulla quale  lavoceromana.it aveva già pubblicato appositi articoli.

Scatoloni con carpette e cartelle cliniche


Inoltre si registrano anche numerose lamentele da parte di associazioni,  cittadini e utenti e associazioni che hanno inondato negli ultimi mesi la redazione de lavoceromana.it di lettere e comunicati.

Comunicati e lettere nelle quali si evidenziano tante criticità, fra le quali anche, solo per citarne alcune, la presenza all'interno del Policlinico di bagni fatiscenti, di muri scrostati con perdite di sanitari che possono compromettere quella perentoria salubrità ed igiene che negli ambienti ospedalieri è importantissima per evitare situazioni spiacevoli e danni per la salute degli utenti.

Muri con perdite e riparazioni alla meno peggio
 
Oggi la sanità pubblica vive nel Paese il suo momento più buio che, inevitabilmente, privilegia la sanità privata.
 
Ma il Policlinico Umberto I° è un pezzo importante della storia italiana ed esige maggiore oculatezza da parte di chi è chiamato a gestire la sanità pubblica con particolare riguardo al ruolo della Regione Lazio attualmente guidata dal Governatore Francesco Rocca e da parte del Direttore Generale del Dipartimento Sanità, il Manager Andrea Urbani.
 
Il Policlinico Universitario Umberto I° merita molto di più per la sua storia e anche per l'impegno della gran parte dei 4.700 lavoratori che ogni giorno compiono sacrifici e con abnegazione cercano di dare il meglio di se stessi per il cittadino/utente nel rispetto del sacrosanto diritto alla salute.
 
Redazione
 









 

 
Pin It

I Più Letti

Notizie Recenti