Il Governatore Francesco Rocca, nella sua recente conferenza stampa organizzata per illustrare i risultati dei suoi primi due anni di guida della Regione, ha dedicato molto spazio alla sanità, che da sempre è il suo cavallo di battaglia. ( nella foto di apertura il Governatore Francesco Rocca con Antonio Tajani, VicePremier e Ministro degli Esteri )
Ha illustrato i risultati ottenuti con i bilanci del 2023 e del 2024 e ha anche relazionato su un miglioramento nelle liste d'attesa.
Ma tali risultati magnificati dal Governatore stridono e si contraddicono se si analizzano i dati dei report redatti dalla Fondazione Gimbe. ( Fondazione Gruppo Italiano per la Medicina Basata sulle Evidenze ).
Oltre al fatto che per la Fondazione Gimbe la percentuale di chi rinuncia a curarsi per impossibilità economica raggiunge nel Lazio il 10,5% della popolazione ( circa il 3% in più del dato nazionale che si asseta sul 7,6%), quello che più risalta è il continuo aumento di chi compie la scelta di andare a curarsi fuori regione.
Un "fenomeno", quello consequenziale a tali scelte di circa 600 milioni di euro ( dato 2022 ) di debiti della Regione Lazio in qualità di rimborsi sostenuti da altre regioni per curare cittadini provenienti dal Lazio.
Mentre le strutture sanitarie laziali che attraggono cittadini non residenti nel Lazio producono un credito di circa 400 milioni di euro. Il saldo rimane comunque negativo per circa 200 milioni di euro, nonostante le tante eccellenze del Lazio, rinomate a livello non solo nazionale, come il Policlinico Gemelli o il Regina Elena.
E l'analisi condotta dalla Fondazione Gimbe conferma che nella sanità nel Lazio vi è ancora molto da fare.
Un tempo la Città Eterna era la meta privilegiata di tantissimi italiani che giungevano a Roma per potersi curare.
Oggi sono di più coloro che, vivendo a Roma, preferiscono curarsi altrove.
Nel frattempo il Governatore Francesco Rocca ha anche voluto smorzare gli attriti che persistevano da parte degli alleati di governo, con chiaro riferimento alla Lega di Matteo Salvini e a Forza Italia guidata da Antonio Tajani.
Matteo Salvini con il Governatore Francesco Rocca
Per riconciliare gli animi il Governatore Francesco Rocca ha annunciato di aver deciso di affidare a Forza Italia la delega dell'urbanistica sottraendola alla Lega che sarà comunque compensata con la delega della Protezione Civile.
Ma tutto ciò non basta per calmare gli animi.
Il problema rimane sempre la sanità.
In tanti sperano che il Manager Andrea Urbani possa decidere di lasciare l'incarico prestigioso che ricopre in Regione per accettare un incarico altrettanto prestigioso in un grande gruppo imprenditoriale sanitario privato a Milano, rimproverandogli un eccessivo potere nel mondo della sanità.
E sembra anche che il Governatore Francesco Rocca sia in procinto di rivedere un atto aziendale di una Asl che prevedeva una sorta di super struttura complessa sulla salute mentale e che ha suscitato un coro di polemiche.
E continuano a circolare i malumori, finora non espliciti, ma espressi nei corridoi e nelle stanze ovattate del potere politico romano, sulle scelte dei manager delle Aziende Usl, che coincidono, in gran parte, con nomi di manager che vennero nominati anche nei dieci anni della Regione a guida Nicola Zingaretti.
L'On. Nicola Zingaretti, già Governatore del Lazio ( marzo 2013 - novembre 2022 )
A riprova di ciò anche la recentissima nomina di questi giorni del Commissario Straordinario dell'Azienda Regionale Sanitaria Lazio.0.
Nomina ricaduta sulla validissima dott.ssa Paola Longo che vanta un brillantissimo curriculum nel delicato campo della gestione sanitaria.
Già Dirigente d'area "Risorse Umane" della Direzione Regionale Salute ed Integrazione Sociosanitaria", ( direzione oggi sorretta dal Manager Andrea Urbani) nel 2013 e 2014 , e Direttore Amministrativo prima dell'Azienda Ospedaliera Sant'Andrea e poi Direttore Amministrativo dell'Azienda Ospedaliera San Camillo Forlanini, solo per citare alcuni degli incarichi rivestiti.
Basti solo ricordare che l'opposizione nella commissione sanità si è astenuta sulla nomina dei direttori generali sottolineando come quattro su cinque erano stati scelti da Nicola Zingaretti e che non avrebbero potuto votare contro manager che furono scelti dall'ex Governatore del Pd.
Con buona pace di tanti dirigenti da sempre fedeli e vicini al centrodestra che continuano ad attendere un loro possibile turno ma che cominciano anche a chiedersi se sono figli di un Dio minore, senza voler, ovviamente, sminuire il valore e le competenze di coloro i quali sono stati nominati.
Redazione