Firenze, 16 dicembre 2023: se il buongiorno si vede dal mattino, sembra proprio che sul Grande Oriente d'Italia abbia preso a soffiare un'aria limpida e profumata. Capace di allontanare, con tutta la sua forza, le nubi stantie, pregne di oscurità e cattivo odore, che stanno tenendo in ostaggio, ormai da troppi anni, la più importante e numerosa comunità massonica nazionale.
Il candidato alla Gran Maestranza Leo Taroni, con la Lista "NOI INSIEME", ( raffigurata nelle foto di copertina) durante l'ultima uscita fiorentina si è dimostrato per quello che è: un condottiero sobrio, abile e dinamico, dalle grandi quanto ponderate prospettive, sia sul fronte iniziatico sia su quello di marca più propriamente istituzionale.
E proprio a Firenze Leo Taroni ha avuto molte conferme. Lo hanno dimostrato il Tempio gremito e la curiosità dei tanti “fratelli” intervenuti con il loro stimolo e la loro volontà di cambiamento.
Il candidato alla Gran Maestranza Leo Taroni, con la Lista "NOI INSIEME", ( raffigurata nelle foto di copertina) durante l'ultima uscita fiorentina si è dimostrato per quello che è: un condottiero sobrio, abile e dinamico, dalle grandi quanto ponderate prospettive, sia sul fronte iniziatico sia su quello di marca più propriamente istituzionale.
E proprio a Firenze Leo Taroni ha avuto molte conferme. Lo hanno dimostrato il Tempio gremito e la curiosità dei tanti “fratelli” intervenuti con il loro stimolo e la loro volontà di cambiamento.
Leo Taroni
«Riusciremo a scrollarci di dosso lo strapotere mafioso della combriccola di Vibo?», e poi: «Leo saprà restituirci la libertà di pensiero e di parola?», e ancora: «Saranno reintegrati gli eroi che hanno tanto sofferto in questi ultimi anni?»... Questi i dubbi e le speranze che hanno circolato, a bassa voce, tra i capannelli dei partecipanti all'incontro, tutti per l'occasione in abiti “profani”.
Il pensiero di ogni astante è andato a Claudio Bonvecchio, Antonino Salsone e Antonio Virdia, oltreché agli altri “caduti” sul campo della legalità e della difesa della Costituzione repubblicana, nel periodo più cupo che la storia del GOI possa ricordare. Eppure, questi eroi espulsi erano più presenti che mai! Per quel loro aver saputo tenere la schiena dritta di fronte al sopruso che è prova provata di dignità iniziatica. Una caratteristica incontrovertibile dell'essere massoni, oggigiorno troppo spesso negletta.
Così, quando qualcuno si è sentito di proferire, anche solo per doglianza, per errore o semplice temerarietà, i nomi sciaguratissimi degli attuali vertici nazionali, subito si sono osservati partire – del tutto irrazionali, lo dobbiamo affermare – chiari ed inequivocabili gesti apotropaici, con le mani serrate, a mo' di scongiuro (o vero e proprio esorcismo!) sui gioielli... diciamo di Loggia.
Ma al di là di queste prime note colorite e di folklore, l’incontro si è poi svolto in un clima pacato, nel quale Leo Taroni ha saputo riportare l’attenzione dei presenti sulle azioni concrete, da attuarsi, dopo la sua elezione, secondo il piano preciso del suo generoso programma elettorale.
Per prima cosa la necessità di ritrovare, e cementare, una durevole armonia interna, con la lotta a quelle deleterie dinamiche improntate al leccaculismo istituzionalizzato che finiscono in primis per disonorare, anziché riverire, il destinatario di turno, e poi per creare il terreno fertile alle disparità di trattamento e agli abusi, dei quali la tremenda era bisiana ha fatto antologia; dopodiché il recupero della funzione correttiva della giustizia massonica, con esclusione della possibilità che essa, in futuro, sia nuovamente utilizzata dal Gran Maestro per colpire “fratelli” in dissenso e le loro, magari legittime, ragioni; poi l’idea di un dialogo rinnovato e proficuo tra Maestri Venerabili e Gran Maestro, questo anche attraverso la correzione di alcuni meccanismi di funzionamento della Gran Loggia; infine un’attenzione più marcata alla solidarietà.
Il pensiero di ogni astante è andato a Claudio Bonvecchio, Antonino Salsone e Antonio Virdia, oltreché agli altri “caduti” sul campo della legalità e della difesa della Costituzione repubblicana, nel periodo più cupo che la storia del GOI possa ricordare. Eppure, questi eroi espulsi erano più presenti che mai! Per quel loro aver saputo tenere la schiena dritta di fronte al sopruso che è prova provata di dignità iniziatica. Una caratteristica incontrovertibile dell'essere massoni, oggigiorno troppo spesso negletta.
Così, quando qualcuno si è sentito di proferire, anche solo per doglianza, per errore o semplice temerarietà, i nomi sciaguratissimi degli attuali vertici nazionali, subito si sono osservati partire – del tutto irrazionali, lo dobbiamo affermare – chiari ed inequivocabili gesti apotropaici, con le mani serrate, a mo' di scongiuro (o vero e proprio esorcismo!) sui gioielli... diciamo di Loggia.
Ma al di là di queste prime note colorite e di folklore, l’incontro si è poi svolto in un clima pacato, nel quale Leo Taroni ha saputo riportare l’attenzione dei presenti sulle azioni concrete, da attuarsi, dopo la sua elezione, secondo il piano preciso del suo generoso programma elettorale.
Per prima cosa la necessità di ritrovare, e cementare, una durevole armonia interna, con la lotta a quelle deleterie dinamiche improntate al leccaculismo istituzionalizzato che finiscono in primis per disonorare, anziché riverire, il destinatario di turno, e poi per creare il terreno fertile alle disparità di trattamento e agli abusi, dei quali la tremenda era bisiana ha fatto antologia; dopodiché il recupero della funzione correttiva della giustizia massonica, con esclusione della possibilità che essa, in futuro, sia nuovamente utilizzata dal Gran Maestro per colpire “fratelli” in dissenso e le loro, magari legittime, ragioni; poi l’idea di un dialogo rinnovato e proficuo tra Maestri Venerabili e Gran Maestro, questo anche attraverso la correzione di alcuni meccanismi di funzionamento della Gran Loggia; infine un’attenzione più marcata alla solidarietà.
Non solo quella "domestica", verso i “fratelli”, ma estesa e aperta al soccorso verso le classi più deboli della società civile.
Leo Taroni punta, inoltre, ad un deciso rilancio etico del GOI, in cui non saranno più tollerati, e verranno anche retroattivamente puniti, tutti gli atti denigratori e discriminatori che inquadrano la fattispecie della violenza di genere, coccolati invece dalla attuale dirigenza, rimasta cieca, sorda e muta persino di fronte al caso eclatante e dirompente.
Fonte: giornalia.com
Fonte: Redazione
Leo Taroni punta, inoltre, ad un deciso rilancio etico del GOI, in cui non saranno più tollerati, e verranno anche retroattivamente puniti, tutti gli atti denigratori e discriminatori che inquadrano la fattispecie della violenza di genere, coccolati invece dalla attuale dirigenza, rimasta cieca, sorda e muta persino di fronte al caso eclatante e dirompente.
Fonte: giornalia.com
Fonte: Redazione