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Oramai Roma, la Città Eterna,  è sempre una giungla o, per meglio dire, una favelas.  Le aggressioni, i furti, gli scippi, la case occupate abusivamente con i proprietari costretti a vivere nelle auto, le auto rubate, il consumo di droghe che ha raggiunto livelli stratosferici, dipingono una Città senza controllo, in preda al caos più totale.
 
Una città che in occasione del Giubileo dovrà ospitare milioni e milioni di pellegrini.
 
Sempre più pesante il dramma dei furti sulla Metro e alle fermate più affollate anche grazie ad una legge assurda e folle che presuppone lo scippo quale "reato perseguibile solo a querela i parte" e che quindi obbliga il derubato, la vittima ad agire con una querela con nome e cognome come se fosse possibile per il derubato rintracciare lo scippatore e chiedergli i documenti per poter poi compilare la querela stessa.
 
Querela che essendo poi firmata dal derubato pone il derubato stesso a rischio di possibili ritorsioni da parte delle bande organizzate che gestiscono il lucrosissimo business degli scippi.
 
Si calcola che ogni borseggiatore riesce mediamente a racimolare ogni giorno dai 5.000 ai 10.000 euro, oltre ai cellulari, alle carte di credito e a tutto il resto.
 
Centinaia e centinaia al giorno gli scippi che in molti neanche più denunciano sapendo che trattasi di solo tempo perso.
 
Tale norma incredibile ma reale rende nei fatti impuniti gli scippatori che presi in flagrante dopo poche decine di minuti devono essere rilasciati e che, ovviamente, ritornano ad esercitare quello che è il loro mestiere.
 
Essendosi diffusa la voce della totale impunità giungono da ogni parte del pianeta scippatori professionisti che loro stessi non riescono a credere che esita nel Mondo un Paese che garantisca con leggi da manicomio l'impunità ai delinquenti.
 
Oramai le scippatrici sono divenute delle Star, spesso intervistate da giornalisti, che si vantano pubblicamente del loro operato e che sono orgogliosamente consapevoli di essere intoccabili e impunite.
 
In nessun Paese al mondo è possibile tutto ciò. Nessun paese tranne l'Italia.
 
E su tale spinoso fenomeno e da tempo che il youtuber, Simone Cicalone, molto seguito a Roma con milioni di fans e follower, diffonde sul suo canale video nei quali evidenzia il dramma degli scippi e nei quali ha più volte anche indossato il ruolo di vigilantes con i suoi amici cercando di denunciare e di, in alcuni casi, avvicinare, borseggiatori, più frequentemente donne che uomini, per chiedergli di smettere nelle loro azioni e per denunciarne magari in flagranza le loro gesta.
 
Uno dei tanti video di Cicalone contro il fenomeno dei borseggiatori nella Metro
 
Ovviamente questo modo fare che ha reso molto più popolare quanto accade nella Metro di Roma non è piaciuto alle bande organizzate di borseggiatori e non è piaciuto neanche alla Cgil di Roma che ha accusato Simone Cicalone di volersi sostituire alle forze dell'ordine in un fantomatico desiderio di "giustizia fai da te".
 
Attacco strumentale e fuori luogo quello della Cgil, invece di apprezzare un coraggioso youtuber che, rischiano sulla propria incolumità, vuole porre in evidenza e rendere noto con i suoi strumenti di comunicazione, un vero dramma vissuto dai turisti che vengono da ogni dove e dagli stessi romani che usano la Metro per spostarsi magari per lavoro.
 
E non poteva che fare rumore e clamore l'aggressione subita da Simone Cicalone nella fermata della linea "A", Spagna, fra le più affollate, nella quale Simone Cicalone ha subito la peggio essendo stato aggredito da una truppa di almeno 10 scippatori e borseggiatori che, evidentemente, stanchi delle sue incursioni, hanno voluto fargliela pagare, sicuri, ovviamente, della loro più totale impunità.
 
E Simone Cicalone è dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso. ( nella foto di apertura il youtuber Simone Cicalone in pronto soccorso ).
 
In questo frangente l'intera redazione de "La Voce Romana.it" esprime al youtuber la massima solidarietà e vicinanza.
 
Aggredita anche la videomaker, Evelina, che collabora con Simone Cicalone, con la conseguente rottura della telecamera.
 
Riportiamo il racconto dello stesso Simone Cicalone:
 
"Siamo stati aggrediti sotto alla stazione metropolitana di Spagna. Stavamo scendendo verso la banchina quando uno dei ragazzi deve averci notato e, per attirare la nostra attenzione, ha iniziato a tirarsi degli schiaffi in faccia. Noi stavamo ancora scendendo, non c'era ancora la videocamera accesa all'inizio. Le altre persone che erano con lui, invece, si sono messe al telefono, probabilmente per chiamare rinforzi"
 
"Non appena accesa la videocamera, abbiamo ripreso il ragazzo. Ma li ha reagito e si è scagliato subito contro Evelina.
 
Nel frattempo le persone intorno a noi aumentavano. Uno ha colpito la telecamera, l'ha buttata a terra: questo ragazzo era piccolino, ma era un furia, abbiamo provato ad immobilizzarlo in tre. Un'aggressione in piena regola, sono usciti fuori tipo funghi".
 

"La macchina fotografica era già andata, ma Evelina ha continuato a riprendere con il telefonino. Ed è stata nuovamente aggredita, stavolta dalle borseggiatrici che erano lì. Una l'ha colpita e le ha fatto cadere il telefono. Vedo la scena a distanza, mi sono avvicinato perché ho visto Evelina in difficoltà.

Sono andato verso la ragazza che la stavo picchiando, ma lei è caduta (o si è lanciata, non lo so) sul bandone di lamiera. Poi è scappata insieme ad un'altra". 

 
"La Polfer intervenuta ne ha portati via due: uno di loro aveva il divieto di dimora nella capitale.

Poi sono arrivati degli agenti della polizia ferroviaria in borghese e, insieme, hanno provato a bloccare la donna che l'aveva aggredita che, invece, si è allontanata a piedi nelle gallerie della metropolitana. Uscita alla fermata successiva, è stata fermata dalla polizia".
 
"Ha detto di volermi denunciare e di voler andare al pronto soccorso, perché le faceva male il naso. L'hanno refertata con 10 giorni. Questo è stato il mio errore - sostiene Cicalone - Spingerla per allontanarla da Evelina.
 
Poi non so se si sia buttata, sia inciampata o l'abbia fatto volontariamente, proprio perché sapeva di essere ripresa. Non volevo spingerla o farle del male, volevo solo allontanarla da Evelina: erano troppe donne, ragazze intorno ad Evelina, la stavano colpendo".

 "Abbiamo passato la notte in ospedale anche Evelina ed io. Lei è stata refertata con 10 giorni per tutte le botte che ha preso, io con 5 – continua – Ci ha sorpreso questa cosa. Non era mai successo e nessuno dovrebbe farsi del male. Sono arrivati dalle altre stazioni della metropolitana, è stata un'imboscata. È stata un'esperienza terribile. Sembrava organizzato"
 
  "Sono dispiaciuto che sia andata così, ma questo non mi fa demordere da quello che è l'obiettivo di questa mia piccola battaglia, è diventata una questione di principio".

Redazione
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