La Grande e mitica Mia Martini nel 1973 seduta nella "Sala Rossa" dell'Antico Caffè Greco di via dei Condotti in Roma. ( nella foto Mia Martini nella Sala Rossa con il suo amato cane Woody - copertina del singolo 45 giri "Minuetto" )
Nella Sala Rossa venne scattata la foto che compare come copertina del 45 giri "Minuetto/Tu sei così".
Il primo grande successo di Mia Martini con i testi di Franco Califano, grande amico di Mia Martini e la musica di Dario Baldan Bembo.
Mia Martini con Franco Califano negli anni '70
Minuetto fu pubblicato il 10 maggio 1973, per la casa discografica Dischi Ricordi e fu il 45 giri più venduto nella carriera della cantante e si rivelò in assoluto il più grande successo dell'estate di quell'anno, vincendo il Fastivalbar.
"Minuetto", arrivò un anno dopo "Piccolo Uomo", altro grande successo che nel 1972 l'aveva definitivamente consacrata come una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano.
La scelta si rivelò immediatamente azzeccata, in quanto permise alla giovane Mimì di bissare il successo commerciale dell'anno precedente, raggiungendo una popolarità ancora maggiore.
Il 23 giugno 1973 "Minuetto" entrò direttamente al secondo posto nella top-ten dei 45 giri più venduti, dove restò per 30 settimane consecutive, risultando il 7° singolo di maggior successo del 1973.
Inoltre la canzone valse alla sua interprete un nuovo disco d'oro, nonché la seconda vittoria consecutiva al Festivalbar, cosa che in precedenza era riuscita solamente a Lucio Battisti.
Questa volta, però, Mia Martini vinse ex aequo con Marcella Bella, in gara con "Io domani".
Il testo di "Minuetto" fu inizialmente affidato a Maurizio Piccoli e Bruno Lauzi, ma i due autori cercarono invano di trovare delle parole efficaci per la difficile partitura di Dario Baldan Bembo, che partiva appunto come rivisitazione in chiave moderna di un minuetto, per poi trasformarsi in una ballata lenta e malinconica.
La riscrittura del testo fu quindi commissionata ad un ancora poco noto Franco Califano, che ne fece il capolavoro che tutti conosciamo.
Il celebre cantautore, scomparso nel 2013, ha parlato in più di un'occasione del suo rapporto con Mia Martini.
"Il nostro incontro risale al 1973. Avevo appena finito di comporre “Minuetto” e sentii subito - ha affermato Franco Califano - che si trattava di un pezzo del quale Mia Martini avrebbe colto perfettamente tutte le sfumature, la sua storia di amore disperato.
Glielo affidai e Mia vinse il Festival d’Europa e il Festivalbar.
In qualche modo "Minuetto" segnò il suo grande successo, la nascita di un’interprete impareggiabile, che osservava il mondo e gli uomini con una straordinaria sensibilità.
Non ci legava una frequentazione assidua, anzi sono poche le occasioni nelle quali io e Mia ci siamo ritrovati vicini a parlare di musica, di quella musica che per lei era in qualche modo uno strumento di liberazione, un modo per dimenticare".

L'Antico Caffè Greco è un caffè storico ed è a pieno titolo parte della "Grande Bellezza" della Città Eterna.
È un caffè storico della città, fondato nel 1760, e deve il suo nome al fatto che il fondatore, un certo Nicola della Maddalena, fosse levantino.
Oltre all'origine storica, il caffè è celebre per i molti frequentatori famosi avuti nel corso degli anni.
Vi si riunisce, ogni primo mercoledì del mese, il "Gruppo dei Romanisti", antico cenacolo di studiosi e accademici cultori in particolare della città di Roma.
Dal 1940 i loro lavori sono raccolti nel volume "Strenna dei Romanisti", pubblicato ogni anno in occasione del Natale dell'Urbe (21 aprile).
Le prime notizie sul Caffè Greco sono ravvisabili nello Stato delle Anime del 1760 nel quale risulta gestore e forse anche proprietario un "Nicola di Maddalena caffettiere", dato che trova riscontro anche in un documento proveniente dalla parrocchia di San Lorenzo in Lucina e conservato presso l'Archivio del Vicariato.
La prima sicura testimonianza sul Caffè Greco viene attribuita a Pierre Prudhon, che ne fa menzione in una sua lettera personale a Cesare Pascarella.
All'inizio del XIX secolo il Caffè Greco divenne il ritrovo preferito di artisti e intellettuali tedeschi che si trovavano a operare in Italia.
A documentazione del fatto, vi sono tra gli altri gli schizzi e ritratti a matita eseguiti da Carl Philipp Fohr in preparazione di un quadro mai realizzato a causa della morte dell'artista, annegato nel Tevere.

Gli schizzi, conservati a Heidelberg e a Francoforte, sono ambientati nel Caffè Greco e raffigurano tra gli altri il tirolese Joseph Anton Koch, il poeta J.M.Friedrich Rückert, Theodor Rehbenitz, Peter Cornelius, J.F. Overbeck che gioca a scacchi con Philipp Veit, e J.N. Schaller.
Da allora, il Caffè divenne in generale un punto di incontro per personalità intellettuali e politiche: Gioacchino Pecci, futuro Papa Leone XIII, fu un assiduo frequentatore del Caffè, così come lo fu Silvio Pellico.
Nella sala Omnibus del Caffè Greco sono esposti i medaglioni, le placchette in gesso e le miniature raffiguranti gli artisti, poeti, musicisti, che nel corso degli anni hanno frequentato il locale.
Un luogo di cultura e di bellezza che non può che essere indimenticabile per chi ama Roma e i suoi tanti tesori, la sua prestigiosa e irraggiungibile "Grande Bellezza".
Redazione