C’è un uomo solo al comando nella sanità del Lazio e la Calabria lo conosce bene. Si chiama Andrea Urbani, direttore generale della direazione salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio guidata dal Governatore Francesco Rocca.
Andrea Urbani è stato sub commissario straordinario in Calabria nel periodo post Giuseppe Scopelliti e allora molto vicino al Ncd di Angelino Alfano e allora senatore Antonio Gentile.
In quel periodo sono iniziati i problemi per la sanità calabrese con la diminuzione dei Lea.
Certo, non per colpa di Urbani che, però, sembra essere un uomo molto potente se è vero che ha riempito la casella più importante della Regione Lazio.
E questa cosa sembra non essere molto gradita a tanti settori del centrodestra laziale che reclamano spazi e invocano un cambiamento gestionale che tarda ad arrivare.
Andrea Urbani sembra essere uno degli intoccabili della burocrazia romana e nazionale.
Vicino a Beatrice Lorenzin ai tempi in cui era ministro della sanità ( 2013 - 2018), poi capace di rimanere a galla successivamente e di occupare il posto più ambito della Regione Lazio.
On. Beatrice Lorenzin, già Ministro della Sanità
Il problema è che dopo un anno di governo Rocca la situazione disastrosa della sanità laziale non accenna a cambiare.
Non si vedono cambiamenti in atto, soprattutto per i mancati interventi sul Policlinico Umberto I e sul territorio e iniziano i mal di pancia proprio nei confronti di Andrea Urbani.
In Calabria era il numero due del Generale della Guardia di Fianza, Luciano Pezzi ma a tutti gli effetti il vero commissario.
E allora, con Scopelliti sospeso, i problemi della Calabria si incancrenirono.
Delle due l’una : o Urbani è un genio incompreso oppure ha tanta fortuna, considerato che continua a salire nelle posizioni di potere.
Ma dopo la Sardegna il centrodestra sembra avere capito che l'invincibilità è un’utopia .
E che se si continua a sbagliare, peraltro riciclando all’infinito uomini dal pedigree non vincente, le sconfitte aumenteranno.
Redazione