Il deputato leghista che nel 1993 agitò in Aula il cappio
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Tre i momenti salienti e simbolici di quello che fu la stagione di Mani Pulite, anni 1992 - 1993, che cambiarono l'Italia e sancirono il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica.

Il primo il 17 febbraio 1992, e sono passati ben 30 anni, con l'arresto di Mario Chiesa, il "mariuolo" Presidente dell'Istituto Pio Trivulzio di Milano, in quota Psi, il secondo il 16 marzo del 1993 con il deputato leghista Luca Leoni Orsenigo che nella Camera dei Deputati ha mostrato un cappio, emblema del clime forcaiolo di allora, ed, in fine il famoso lancio delle monetine a Bettino Craxi dinanzi all'Hotel Raphael, il 30 aprile 1993. Ritornando alla famosa esposizione della corda con il nodo scorsoio a forma di cappio è interessante notare come i tempi cambino. Proprio la Lega che allora, gestita da Umberto Bossi, si fece portatrice della più esasperata forma di giustizialismo e populismo è, oggi, quel partito che ha riportato, dopo tanti anni, in auge quegli stessi referendum che nel 1989 volle Bettino Craxi sulla giustizia. In particolar modo quello della responsabilità civile dei giudici che è stato bocciato dalla Consulta presieduta dall'ex socialista Giuliano Amato, che, negli anni '80 li propose con Bettino Craxi e i radicali di Marco Pannella. Il giovane deputato leghista trentenne, di Cantù, popoloso comune lombardo in provincia di Como, solo tre anni dopo, nel 1996 abbandonò la Lega e la politica. "Nel ’96 ho lasciato la politica, ho capito - ha affermato in una recente intervista Luca Leoni Orsenigo,  che non era più la mia strada, non volevo campare di politica, come fanno tanti. A un certo punto, io che ero quello che mostrava il cappio in Aula, che tuonava contro il malaffare degli altri partiti, mi sono accorto che anche la Lega prendeva i finanziamenti, e ci rimasi male. C’era la volontà di rimettere le cose a posto, in quegli anni i partiti facevano quello che volevano, il debito pubblico parte da lì. C’era davvero voglia di cambiamento, allora la gente, la base, quando tornavi a casa ti chiedeva conto di quello che facevi. Il cappio lo rivendico, non sono per la pena di morte, quello fu certo un gesto eclatante. Ma i tempi erano diversi”.
Redazione

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