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Il Generale e le due leghe. Roberto Vannacci, dopo il boom delle elezioni europee, è già il dominus del Carroccio. A stretto giro si tratta di un’opportunità per Matteo Salvini.

 

Il segretario federale vuole utilizzare Vannacci per trasformare ulteriormente il partito. Ma soprattutto per regolare i conti interni, dopo mesi di polemiche tra il vicepremier e l’anima “nordista” e tradizionale della Lega. Tensioni culminate a poche ore dall’apertura dei seggi per le europee, con l’endorsement del fondatore Umberto Bossi per Forza Italia.

Le due Leghe

Di fatto esistono due leghe. Ma Salvini vuole sfruttare le 530mila preferenze del generale per “vannaccizzare” tutta la Lega. Il primo passaggio di questo golpe sarà proprio legato alla scelta del collegio di elezione da parte di Vannacci. A Un Giorno da Pecora, su Rai Radio1, il militare risponde così: “Sto valutando, sono molti i fattori su cui ragionare. Ne parlerò con Salvini e nei prossimi giorni decideremo”. Pare che la decisione sulla circoscrizione in cui far scattare il seggio di Vannacci cadrà sul Nord Ovest. Un’area in cui risultano eletti Vannacci, Silvia Sardone e Isabella Tovaglieri. Al quarto posto il primo dei non eletti: Angelo Ciocca. Dunque, se l’ex parà scegliesse un altro collegio, scatterebbe la “promozione” per Ciocca. Ma probabilmente Salvini propenderà per il Nord Ovest, proprio per sbarrare la strada all’europarlamentare uscente. Un esponente di ascendenza bossiana e tradizione nordista. Uno di quelli che, durante la campagna elettorale, ha cercato di isolare Vannacci, non inserendolo nelle cordate, nelle coppie e terzetti delle preferenze consigliati agli elettori.

Matteo Salvini ai tempi delle magliette con l'effige di Putin

Il primo atto del duo Salvini-Vannacci

Dentro il generale, fuori Ciocca. Ma questo sarebbe soltanto il primo atto della resa dei conti. Uno showdown che vedrà il suo apice in estate, nei prossimi mesi, con i congressi regionali della Lega. Due gli appuntamenti importanti: i congressi di Veneto e Lombardia. Lì Salvini cercherà di imporre a tutti i costi i suoi candidati, per depotenziare i settori della Lega più ostili al nuovo corso. Quello sovranista e nazionalista che sembrava al tramonto soltanto prima dell’annuncio della candidatura di Vannacci. La mancata ricandidatura di Luca Zaia in Veneto, causa limite dei due mandati, farà il resto. Intanto Vannacci fa un po’ da ventriloquo di Salvini per quanto riguarda Ursula Von der Leyen. La presidente uscente della Commissione che potrebbe essere eletta anche grazie ai voti della delegazione europea di Fratelli d’Italia.



Il generale pivot di Salvini

«Von der Leyen non mi piace per niente, se siamo nelle condizioni in cui siamo è grazie a questi ultimi venti anni di governo, appoggiato anche da lei», incalza il generale. Vannacci è il nuovo pivot di Salvini. In Europa, ma anche utile per silenziare la minoranza interna in Veneto e Lombardia. A breve termine lo scenario che si profila è quello di una coabitazione tra l’ex Capitano e il generale. Anzi, Salvini coltiva l’obiettivo di far tesserare Vannacci alla Lega. L’ex incursore non dovrebbe essere più un indipendente ma uno dei perni del nuovo Carroccio. Salvini immagina una sorta di ticket al vertice di Via Bellerio. Non Vannacci al posto di Salvini. Ma un’accoppiata Salvini-Vannacci. Un rischio. Perché la “vannaccizzazione” del partito potrebbe innescare fughe dalla Lega.

Forza Italia ringrazia

Un esodo potenzialmente diretto anche verso Forza Italia. Come accaduto negli ultimi mesi con alcuni ex esponenti di spicco della Lega come Flavio Tosi e Marco Reguzzoni. Entrambi candidati con gli azzurri al Nord alle elezioni europee. Tosi è stato eletto con 34mila voti nella circoscrizione nordorientale. Reguzzoni, invece, non ce l’ha fatta nel collegio nordoccidentale. Ma a Salvini non sembra importare troppo della campagna acquisti di Antonio Tajani. Il vicepremier vede una Lega a trazione Vannacci. Il generale non si tira indietro. “Mi aspettavo un bel risultato, però i numeri sono tiranni, un quarto dei voti della Lega sono il 25% del totale – spiega Vannacci a Un Giorno da Pecora – e mi dicono che stanno crescendo. Se erano 530mila, magari arriveranno a 570mila». Poi, in un certo senso, dà voce al disegno salviniano di una nuova Lega con Vannacci protagonista. Il generale risponde alla domanda su un suo eventuale movimento nuovo di zecca o sull’ipotesi di una sua leadership nel Carroccio: «Se punto a fare un nuovo partito o a fare il segretario della Lega? No, non ho mai pensato di fare un altro partito né di fare il successore di Salvini, ma ho detto che questa onda va trasformata in uno tsunami»

Fonte: Il Riformista del 13 giugno 2024

Articolo di Giulio Baffetti
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