L'edizione 2024 di Transparency International redige una speciale graduatoria basata sull'indice di corruzione.
Tale indice analizza ben 180 Paesi nel mondo in base ai livelli percepiti di corruzione nel settore pubblico, quindi nella gestione della sanità pubblica e degli appalti pubblici.
Settori particolarmente amati dai politici e dagli amministratori che gestiscono la "Res pubblica".
E la graduatoria si legge al contrario. In prima posizione il Paese meno corrotto, che per ben sette anni di seguito, si conferma essere la Danimarca, Paese con un altissimo grado di democrazia e di presenza della cosiddetta "Società civile".
Seguono la Finlandia, Singapore, Nuova Zelanda , Lussemburgo, Norvegia, Svizzera, Svezia, Paesi Bassi e Australia. Paesi che occupano i primi dieci posti fra i Paesi meno corrotti.
Per ritrovare l'Italia è necessario giungere al 52° posto con una nota che deve far riflettere. Nell'edizione 2023 l'Italia era al 42° posto. In un solo anno è precipitata di ben dieci postazione.
Un dato che conferma come la corruzione negli apparati pubblici sia aumentata a dismisura.
Durissimo il commento del Procuratore capo della Procura della repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, da sempre impegnato in prima linea nella lotta alle mafie e alla corruzione che rappresenta l'humus dove le mafie crescono e si alimentano.
Il dott. Nicola Gratteri, Procuratore Capo della Procura di Napoli, in un convegno sulla legalità di qualche anno fa
"Crollo prevedibile - ha affermato Nicola Gratteri - ora lo Stato favorisce gli appalti alle mafie". Una dichiarazione pesantissima che in un Paese diverso e non corrotto come l'Italia avrebbe avuto ben altro peso.
E' ovvio che a Nicola Gratteri nessuno più lo ascolta come è anche evidente a tutti come la stagione dell'antimafia e dell'impegno civile contro le mafie e la corruzione sia oramai solo un triste ricordo.
La cultura dell'illegalità mista al totale menefreghismo e al sonno della ragione con la morte di ogni espressione di lotta e di società civile ha aperto la strada per la distruzione della democrazia e della tutela dei diritti.
La strada intrapresa dal popolo italiano oramai assuefatto a tutto e incapace di qualsiasi risposta o tentativo di cambiamento è il primo passo per la sistematica distruzione dei più elementari diritti di libertà e di vera democrazia.
La corruzione endemica e generalizzata sostenuta da una cultura dell'illegalità diffusa e ambientale è sempre stata l'anticamera delle dittature e delle crisi delle civiltà.
La corruzione ha vinto.
Del resto già tantissimi anni fa in un bellissimo libro edito da Mondadori nel mese di ottobre 1999 del giornalista Saverio Lodato nel quale lo stesso giornalista intervista Don Masino Buscetta, profondo conoscitore della corruzione e dei patti segreti fra Stato e Mafia, pochi mesi prima di morire per un male incurabile disse che "La Mafia ha vinto" e che un giorno l'Italia sarà tutta Mafia e Corruzione.
"La Mafia ha Vinto" di Saverio Lodato, edito da Mondadori 1999
Il boss dei due Mondi conosceva bene la parte oscura del potere e nel 1999, ben 26 anni fa, predisse quello che oggi appare molto più nitido di allora.
Redazione