Pin It

Nella storia, il potere spesso non ha premiato il merito, ma la fedeltà.

Lo sapeva bene Caio Giulio Cesare detto Caligola, il grande generale inizialmente amato dai Romani e detto cosi perché indossava gli stessi calzari (detti caligula) dei soldati che, secondo la leggenda, nominò senatore il suo cavallo Incitatus. Un gesto provocatorio? Forse, ma anche un messaggio: se il Senato era composto da uomini servili, incapaci,  ignoranti e fannulloni, tanto valeva sostituirli con un cavallo.

Secoli dopo, lo scenario non è cambiato di molto.

Dalla politica alla burocrazia, il criterio di selezione spesso non è la competenza, ma l’appartenenza.

Si premiano coloro che dicono sempre “sì”, che non disturbano, che eseguono senza discutere. Così, ai vertici delle istituzioni e delle amministrazioni, troviamo non di rado persone impreparate, protette da un “cerchio magico” di fedelissimi.

I partiti post ideologici con un sistema elettorale di nominati ha portato in Parlamento una generazione di giovani improvvisati e inesperti, spesso selezionati più per fedeltà che per capacità.

Il grillismo addirittura con il terribile mantra dell’uno vale uno li ha nominati attraverso un click con il risultato di tanti Di Maio a rappresentare l’imbarazzante governo del Popolo.

E oggi? Il copione sembra ripetersi, al giglio magico Renziano si e’ sostituito il cerchio magico Meloniano con i pretoriani pronti a scendere nell’arena (esemplare la sedia vuota della Meloni e la tenace solitudine dei Ministri Nordio e Piantedosi, loro non di certo improvvisati e incompetenti) a difesa del capo. Forse sarebbe più realistico riscrivere il primo articolo della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica fondata sulla fedelta”.

Orlandino Greco

Fondatore del Movimento "Italia del Meridione - Idm

Pin It

I Più Letti

Notizie Recenti