Tutto lasciava presagire che la Lega fosse realmente intenzionata a porre in discussione gli equilibri politici che sorreggono a maggioranza a guida Francesco Rocca, giungendo addirittura ad uscire dalla stessa garantendo l'appoggio esterno.
E la partecipazione del Segretario nazionale, VicePremier e Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, al direttivo regionale della Lega convocato con urgenza presso la sala incontri dell'Unaway Empire Palace Hotel di Via Aureliana, con un solo punto di discussione "Esame della situazione politica della Regione Lazio", sembrava convalidare tale tesi.
E, infatti, la segretaria regionale della Lega si è riunita a Roma con l'effettiva presenza di Matteo Salvini con l'obiettivo di stilare un bilancio dell'attività dell'amministrazione regionale nei suoi primi due anni di legislatura.
La segreteria regionale e il segretario nazionale hanno ribadito e sottolineato la volontà di esprimere un forte cambiamento rispetto alle passate gestioni fallimentari della sinistra in Regione Lazio confermando il programma elettorale presentato ai cittadini nelle elezioni del 12 e 13 febbraio 2023.
Programma basato su temi centrali come la salute dei cittadini, la mobilità, la gestione dei rifiuti e il lavoro.
Dichiarazioni basate sul solito politichese che non vuol dire assolutamente nulla.
In realtà in molti si aspettavano azioni eclatanti.
Invece l'incontro addirittura con la presenza del segretario nazionale, Matteo Salvini, ha partorito una scarna e tenue dichiarazione nella quale si chiede quasi sommessamente di discutere dell'azione politica in atto al Governatore Francesco Rocca.
E, a tal proposito, la segreteria regionale la Lega chiede al Presidente Francesco Rocca "l’attivazione di un tavolo di lavoro di programmazione politica di rilancio per una condivisione di scelte e strategie che purtroppo fino ad oggi sono troppo spesso mancate".
In poche parole un dialogo per ottenere qualche piccolo spazio di gestione e di partecipazione considerando che la Lega finora in Regione ha contato poco o nulla.
Il più amareggiato per il peso quasi nullo della Lega in Regione è senza dubbio Claudio Durigon, vicesegretario nazionale e uomo forte dei leghisti laziali.
Ma nonostante l'amarezza palpabile e la consapevolezza di contare ben poco alla ventilata ipotesi di uscire dalla giunta con l'appoggio esterno garantito, fra l'altro da un solo consigliere regionale, non crede nessuno.
Figuriamoci se la Lega rinuncia ai due assessori regionali, Simona Baldassarre e Pasquale Cicciarelli.

Il Governatore Francesco Rocca con Arianna Meloni che lo ha fortemente voluto alla guida della Regione
Una situazione politica quella che caratterizza le forze di maggioranza che sostengono il Governatore che non può che penalizzare i seguaci di Alberto da Giussano, che, oggi in Consiglio regionale sono i più deboli nell'ambito della maggioranza.
Basti ricordare che nei mesi scorsi Forza Italia e lo stesso Coordinatore Nazionale, Antonio Tajani, ha sempre reclamato una maggiore presenza in Giunta.
Richiesta avvalorata dal fatto che Forza Italia è cresciuta vertiginosamente dalle elezioni ad oggi passando dai tre consiglieri eletti nel febbraio 2023 ai ben 7 consiglieri i oggi con cambi di casacca vari, potendo contare addirittura su 8 voti in Consiglio in virtù del patto con "Noi Moderati" che conta un consigliere regionale.
Nel frattempo la Lega, in due anni, si è drasticamente ridimensionata passando dai tre consiglieri regionali eletti ad un solo consigliere.
E nonostante in Consiglio il confronto fra Forza Italia e Lega sia di otto ad uno solo, i partiti sono entrambi rappresentati in Giunta da ben due assessori.
Il che sovverte qualsiasi regola politica dove i numeri ancora contano.
E figuriamoci se la Lega, con un solo consigliere regionale, è realmente disposta a rinunciare a ben due assessori regionali in Giunta.
Infatti all'ipotesi di una fuoriuscita dalla Giunta degli assessori leghisti, come già detto, non vi crede nessuno e tanto meno vi credono i maggiorenti di Fratelli d'Italia con il Governatore che, eletto da indipendente, è oggi un iscritto al partito di Giorgia Meloni.
E di Fratelli d'Italia sono anche il Vicepresidente della Giunta e il Presidente del Consiglio Regionale.
In poche parole la Regione Lazio parla solo il linguaggio di Fratelli d'Italia, ponendo gli alleati Forza Italia e, soprattutto la Lega, in posizioni subalterne.

Il Vicepremier Matteo Salvini con la Premier Giorgia Meloni
A Forza Italia sono state comunque, riservate importanti postazioni di comando attraverso le ambitissime nomine di sottogoverno.
Soprattutto quelle che riguardano la gestione delle Asl.
Mentre per la Lega nulla di nulla.
Ma ad onor del vero, il Segretario Matteo Salvini non è conosciuto per essere un "Cuor di Leone" pronto alla battaglia frontale ma per essere un mediatore e gran parte degli osservatori politici delle vicende regionali laziali erano convinti, a giusta ragione, che non vi sarebbe stata da parte della Lega nessuna barricata.
Solo un incontro per richiedere ed avviare un dibattito che porti la Lega ad ottenere qualche strapuntino.
Nulla di più.
Mentre i tanti problemi irrisolti del Lazio e dei laziali continuano ad aggravarsi soprattutto nel mondo della sanità, nonostante la stampa di regime incollata al potere racconti ben altro.
Redazione